Riflettendoci meglio by Wilfred R. Bion

Riflettendoci meglio by Wilfred R. Bion

autore:Wilfred R. Bion [Bion, Wilfred R.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Casa editrice Astrolabio - Ubaldini Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


1 International Journal of Psycho-Analysis, vol. 39, 5, 1958.

7

L’arroganza1

83. In questo articolo propongo di trattare, nel materiale di una certa categoria di pazienti, la comparsa di riferimenti alla curiosità, al -l’arroganza e alla stupidità talmente sparsi e separati gli uni dagli altri che la loro relazione potrebbe passare inosservata. Suggerisco che il loro comparire dovrebbe essere preso dall’analista come prova del fatto che si trova di fronte a un disastro psicologico. Il significato con cui vorrei investire il termine ‘arroganza’ può essere mostrato supponendo che, nella personalità in cui prevalgono gli istinti di vita, l’orgoglio diviene rispetto di sé, mentre se sono gli istinti di morte a prevalere, l’orgoglio diviene arroganza.

La loro separazione gli uni dagli altri, e il fatto che non sia evidente nessuna connessione, è la prova che è accaduto un disastro. Per rendere chiara la connessione tra questi riferimenti, ripercorrerò il mito di Edipo da un punto di vista che fa del reato sessuale un elemento periferico di una storia in cui il reato centrale è l’arroganza di Edipo che consacra se stesso allo svelamento della verità a qualunque costo.

84. Questo slittamento dell’enfasi porta al centro della storia i seguenti elementi: la sfinge, che pone un enigma e distrugge se stessa quando questo viene risolto; il cieco Tiresia, che possiede la conoscenza e deplora la decisione del re di andarla a ricercare; l’oracolo, che provoca la ricerca che il veggente deplora; e di nuovo il re che, conclusa la sua ricerca, patisce cecità ed esilio. Questa è la storia di cui è possibile scorgere gli elementi tra le rovine della psiche, la storia verso la quale portano gli elementi sparsi di curiosità, arroganza, stupidità.

Ho detto che questi riferimenti sono significativi in una certa categoria di pazienti; la categoria cui mi riferisco è quella in cui sono attivi elementi psicotici che devono essere analiticamente svelati prima che sia possibile raggiungere un cambiamento stabile. In pratica, l’analisi di questi pazienti può seguire una configurazione che ci è familiare nel trattamento delle nevrosi, ma con la differenza importante che il miglioramento, nella condizione del paziente, non sembra proporzionato con il lavoro analitico svolto. Per ricapitolare, l’analista che sta trattando un paziente apparentemente nevrotico deve considerare una risposta terapeutica negativa, concomitante alla comparsa di elementi sparsi di curiosità, arroganza e stupidità, come prova del fatto che si trova in presenza di una catastrofe psicologica su cui dovrà lavorare.

85. Si può supporre che un avvicinamento al problema sia fornito dall’emergere in analisi di uno di questi elementi, ed è questo, infatti, il caso. È importante che il riferimento a una delle tre qualità sia trattato dall’analista come evento significativo che necessita esplorazione e provoca, più del solito, ostinata resistenza. Sfortunatamente il problema è complicato da un fatto da porre subito in evidenza e cioè che la procedura analitica è, in se stessa, proprio una manifestazione di quella curiosità che è sentita come intrinseca componente del disastro. Conseguentemente l’atto stesso di analizzare il paziente rende l’analista uno strumento di regressione e trasforma anche l’analisi in un pezzo di agito.



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